Un Cannolo per lo sceicco: Panorama
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"Un cannolo per lo sceicco" Dal Palermo Today
"Un cannolo per lo sceicco" Da 65 per ricominciare
"Controluce" articolo Panorama 16 maggio 2016
"Controluce" articolo de
La Nazione 24 novembre 2015
"Controluce" dal Corriere dell' Umbria 14 novembre 2015
D.REPUBBLICA.IT Alberto Burri ebbe tante passioni: tra il calcio e la caccia anche le donne, ben raccontate in “Controluce”, il libro di Alessandra Oddi Baglioni pubblicato da Donzelli e presentato a Milano durante la riapertura del Teatro Continuo al Parco Sempione, nell’anno del centenario dell’artista. «Mi ricordo, quella sera Irene (Brin, ndr) indossava un tailleur di Balenciaga e presentava a tutti il giovane pittore umbro». L’artista “esordiente” di cui si parla è, in realtà uno dei più grandi del secolo scorso: Alberto Burri (19151995), e la frase in questione è tratta dalla conversazione di pagina 22 del libro “Controluce, una vita d’artista” a lui dedicato, edito da Donzelli (17 euro) e scritto dalla studiosa Alessandra Oddi Baglioni, umbra come Burrri. Una biografia romanzata che sarà presentata domani sabato 23 maggio (alle ore 11) a Milano nella biblioteca di Parco Sempione, dove Burri realizzò il Teatro Continuo nel 1973, in occasione della XV Triennale. Oggi è la volta dei Papaveri nail luogo che, ben presto, divenne uno spazio libero pensato per spettacoli di artisti di teatro e coreografi, demolito nel 1989 e ora “ricostruito” per ridonarlo alla città, dopo un lungo restauro, in concomitanza con l’Expo e con il centenario della nascita dell’artista.Da via Cervantes verranno raccontate al pubblico le 136 pagine della vita dell'artista, un Burri meno conosciuto, quello che ha fatto il medico in zone di guerra, che non si lasciava corrompere dal mercato e non accettava di pagare “in opere”, quello che incontrava e si innamorava ripetutamente delle donne. Perché sono le donne le vere protagoniste di “Controluce”, che restituisce un ritratto dell’artista meno professionale e più privato.Certamente scorrono in sottofondo le mostre al Guggenheim di New York, la Biennale di Venezia, Los Angeles, Lisbona, Gibellina, le combustioni, gli amici artisti ma, quello che sceglie di raccontare Alessandra Oddi Baglioni (che si è basata su lettere private, testimonianze dirette e tanti ricordi), sono le numerose passioni dell’artista.Passioni che vanno dalle partite di caccia a quelle di calcio (mai perdersi il Perugia che gioca), argomenti di cui Burri parlò anche con Agnelli quando l’Avvocato si spinse, scendendo dal suo elicottero con bastone alla mano, fino alla dimora umbra per comprare i “sacchi”, che non trovò disponibili all’acquisto in quel momento.Ma, poi, c’erano soprattutto le donne, amiche e amori che hanno attraversato la sua vita e che, nel libro, prendono forma per mezzo delle parole della giovane assistente inglese (lady Diane), a dialogo con un gallerista di Città di Castello (l’unico personaggio del libro non inventato). Di donne importanti nella biografia di Burri ce ne sono molte: una su tutte è Palma Bucarelli, che curò la sua prima mostra alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Poi c’erano Minsa e tante altre. Ma c’è una costante che accomuna le donne amate da Burri? “La moglie e il suo più grande amore, la Carla, sono esattamente una l’opposto dell’altra. Probabilmente lui aveva bisogno di complementarietà come tanti uomini”, osserva l’autrice del libro. Ma chi era Carla per Burri? Difficile definirla, ma ci si può fare un’idea di quello che significava per lui leggendo le pagine del libro che descrivono il loro primo incontro: "Parlammo tutta la sera, anzi lei parlava e io ascoltavo estasiato. Poi me ne tornai a casa e continuavo ad averla negli occhi.Le prime volte di solito sono orrende, ci si deve rodare, le donne sono macchine complicate... Ma con lei fu diverso, sembrava che stessimo insieme da sempre, i miei voleri erano i suoi. (...) Il giorno dopo lei non si fece trovare, non rispondeva alle mie telefonate, non compariva nei party che io odiavo e dove andavo solo per la speranza di vederla. (....) Lì, sull’orlo dell’abisso capii che non avrei più potuto fare a meno di lei, che era il corollario alle mie passioni". Carla è anche la persona senza la quale il libro non sarebbe probabilmente uscito, confessa la Oddi Baglioni. Ma la scrittrice perché ha scelto proprio Burri come protagonista del romanzo? “Cercavo un eroe moderno da raccontare e per me questo artista lo è davvero”. Non ci resta che celebrarlo.
Adnkronos/Labitalia 21 aprile 2015 - Un Burri privato, che, da burbero medico umbro partito per la guerra in Africa, si ritrova catapultato in un campo di prigionia nel deserto del Texas e che, grazie ai cartoni e i pennelli avuti in dono da un lungimirante caporale dell'esercito americano, scopre il suo talento di pittore. A regalarci un'inedita raffigurazione di Alberto Burri è Alessandra Oddi Baglioni, nel suo ultimo romanzo "Controluce Alberto Burri una vita di artista", edito da Donzelli.L'opera è stata presentata oggi, a Palazzo Altieri, a Roma, da Francesco Scoppola, direttore generale Mibact, Lorenzo Fonda, pittore medico che ha lavorato a stretto contatto con Burri, Edoardo Sassi, giornalista del 'Corriere della sera', Luca Verdone, regista di documentari d'arte, Walter Verini, promotore della legge sul comitato Burri. Il racconto di Oddi Baglioni ricostruisce il lato intimo del celeberrimo conterraneo, seguendo il filo dell'immaginazione ma basandosi sulle lettere private, le testimonianze e i ricordi dei tanti che lo hanno conosciuto.Gli amici di Città di Castello, innanzitutto, fedeli compagni delle partite di caccia e di calcio, le due passioni intramontabili di Burri, tifoso sfegatato del Perugia e mattiniero battitore di sentieri boscosi. E poi le amiche, le donne che hanno attraversato la sua vita, sul cui sfondo ha sempre campeggiato l'enigmatica moglie Minsa, ballerina americana. Tutte immortalate da Burri con l'obiettivo di una delle sue trenta macchine fotografiche (altra passione di una vita), finora rimasta sconosciuta e per la prima volta svelata in questo libro, che riproduce le sue foto private, scattate agli amici più intimi.A raccontare la vita dell'artista sono in queste pagine due personaggi sospesi tra la realtà e il romanzo: la giovane assistente inglese degli esordi, tornata a Città di Castello molti anni dopo la morte del maestro, e un gallerista che da quasi trent'anni custodisce un'opera del tutto speciale: un cretto infinitesimale, della taglia di un francobollo. Sarà quest'opera in miniatura - realmente esistente nella sua Città di Castello - a fare da bandolo di questa sorta di romanzo di una vita, che nel centenario della nascita di Burri ce lo svela in controluce. Alessandra Oddi Baglioni è studiosa e appassionata d'arte. Umbra di nascita, è discendente di due storiche famiglie di Perugia risalenti al Medioevo e da tempo dedica le sue ricerche al patrimonio storico-artistico della sua terra, a partire dagli archivi di famiglia che contengono documenti e pezzi rari sin dal Trecento. Ha pubblicato:'Astorre II Baglioni' (Perugia 2009); 'La dama e il compasso' (Roma 2011) e 'Nozze rosse'
SALTINARIA.IT http://bit.ly/1H17A3S . Roma, martedì 21 aprile 2015, ore 18,00
- Banco Popolare - Palazzo Altieri, Piazza del GesùUna scelta dialettica tra il romanzo e
il saggio, sul filo di due generi letterari diversi che l’autrice volutamente
costeggia e intreccia lasciando al lettore – attraverso un escamotage – la
possibilità di percorrere insieme o alternativamente il viaggio su binari
diversi. Dal libro emerge l’uomo Burri, prima dell’artista, raccontato con le
sue inclinazioni prima che attraverso le sue opere. Dallo sfondo emerge il
ritratto di un’epoca, la mentalità e i luoghi, in primis Roma e Città di
Castello che gli ha dato i natali.Nella cornice di Palazzo Altieri, si è
tenuta la presentazione del libro le cui pagine scorrono sul confine sottile e
difficile da gestire che divide il romando dal saggio: attraverso la vita e la
storia di Burri, ma anche l’uomo Burri, i relatori che hanno introdotto il testo
leggono una cornice più ampia, quella di un’epoca. Alessandra Oddi Baglioni
descrive un affresco che racconta alcuni luoghi dell’arte, centrali per
l’artista, quali Roma e Città di Castello e una mentalità che emerge attraverso
luoghi e personaggi compresi il cosiddetto “scandalo Burri” che, a distanza di
anni, forse può far sorridere ma che bene illustra un mondo. Burri tra l’altro
non è stato un uomo allineato – si dice che non votasse alle elezioni – ed è
innegabile che abbia subito un certo ostracismo da parte del pensiero
dominante.Francesco Scoppola, direttore generale
Mibact, ha evidenziato come il libro presenti almeno tre itinerari di lettura
che ciascuno può scegliere, rispettivamente, la linea del romanzo; quello del
documento storico; e, infine, quello suggerito dall’autrice di un intreccio tra
le due dimensioni. Si tratta in ogni caso di una possibilità agevole che si può
seguire con la scelta di seguire uno dei due caratteri grafici con il quale è
scritto il libro, grazie ad un sistema senza forzature o cesure. Il testo non
ha la pretesa di un saggio critico anche perché molto è stato scritto su questo
autore, ma la voglia di restituirci a tutto tondo un uomo e un profilo.Lorenzo Fonda, pittore e medico come
l’artista, che vive in Umbria anche se non umbro, è stato amico di Burri, forse
unito anche da questa duplice “professione”. Ce ne ha restituito un’immagine
critica, per certi aspetti “spietata”, senza dorature, il ritratto di
un’amicizia sincera che sa guardare con la giusta distanza un uomo difficile da
avvicinare, come racconta Lorenzo che aveva la metà dei suoi anni circa quando
incontrò Burri allora già oltre sessantenne. L’artista era inavvicinabile
soprattutto da artisti e critici che teneva a debita distanza. Non voleva
intorno a sé nulla che lo distraesse dalla sua professione e passione. Per
questo non aveva voluto figli; vedeva la moglie più o meno una volta l’anno a
Los Angeles dove lei abitava e dove lo stesso artista aveva un bello studio;
così anche l’amicizia la riteneva ingombrante e sembra che scegliesse gli amici
per avere una “corte” di comfort: il medico, l’avvocato e via dicendo. Non ne
esce un ritratto lusinghiero, di un personaggio schivo, forse timido ma certo
l’autrice dev’essersene in qualche modo incuriosita e averne apprezzato molti
lati per dedicare un lavoro importante. Proprio questo incuriosisce, almeno chi
scrive, verso un libro che non promette un innamoramento facile.
PANORAMA- SCENARI
Il Tempo : http://bit.ly/1NeyPZ0
Il Corriere della Sera : http://bit.ly/1GA9fca
Libero : http://bit.ly/1e5ig6a
Io Donna : http://bit.ly/1TOIRoM
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